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L’EVOLUZIONE IRRAZIONALE DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

      

   

Inchieste

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


La sua enorme diffusione mediatica influenzò l’opinione pubblica mondiale

 

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NO PASARÀN


Un conflitto cruento che divise profondamente gli Spagnoli

L’EVOLUZIONE IRRAZIONALE DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

La sua enorme diffusione mediatica influenzò l’opinione pubblica mondiale

(Assisi PG, 28/02/2025)

L’EVOLUZIONE IRRAZIONALE

DELLA  GUERRA CIVILE SPAGNOLA

La guerra di Spagna, crudele prologo della Seconda Guerra Mondiale,  fu forse la prima guerra civile che ebbe una diffusione mediatica straordinaria che maggiormente e profondamente divise l’opinione pubblica spagnola ed europea ed un arte anche mondiale, che ebbe durature conseguenze sociali ed economiche tali da protrarsi a lungo negli anni che seguirono. Comunque un conflitto che potrebbe anche definirsi “strano” per l’evoluzione che ebbe e che merita un attento sguardo sulla sua evoluzione. Di tutte le guerre che hanno costellato il XX Secolo. La Guerra di Spagna è senza dubbio quella che ha maggiormente diviso l’opinione pubblica. Ma essa è soprattutto quella che ha meglio simbolizzato le sfide ideologiche del periodo fra le due guerre mondiali con la lotta fra comunisti, anarchismi libertari e fascisti. Questa guerra civile, allora messa in evidenza dall’opposizione della repubblica spagnola del Fronte Popolare, appoggiata da intellettuali ed artisti della sinistra europea contro i nazionalisti, sostenuti dalla Germania nazista e dall’Italia fascista, aprirà la strada ad un conflitto decisamente più grave.

Anno 1939: Un campo di rovine

Allorché, il 1° aprile 1939, il generale Francisco Franco y Bahamonde (1892-1975) proclama la fine della guerra di Spagna, il mondo si trova vicino ad una conflagrazione di cui ignora l’ampiezza. Il regime franchista si installa in un paese esangue, rovinato e decimato dalla violenza della guerra civile. Con circa 154 mila morti nel campo nazionalista e 152 mila morti nel campo repubblicano (le cifre hanno dato per lungo tempo a delle contestazioni) e più di 600 mila vittime della malnutrizione, dalla mancanza di cure, senza peraltro dimenticare i 500 mila civili esiliati, Franco si trova in una situazione veramente critica. La situazione del paese è calamitosa, Quasi 200 città e paesi minori sono distrutti per il 60%, Circa 250 mila alloggi privati sono completamente demoliti, come anche il 40% della flotta marittima ed il 60% delle ferrovie nazionali che sono state demolite o rese impraticabili. Gli edifici pubblici escono danneggiati da tre anni di una guerra civile molto dura e di una violenza inaudita. Le finanze del paese sono disastrate, con un debito in oro, contratto con la Germania nazista e con l’Italia mussoliniana, dell’ordine di 2.000 milioni di pesetas. La peseta del 1940 vale appena il 50% dei quella del 1936 e l’inflazione è dell’ordine del 15%. La popolazione attiva é poco numerosa colpita dal conflitto e dalla successiva caccia ai repubblicani ed ai nemici del regime (in molti casi si fa ricorso alla manodopera dei prigionieri dei campi). Infine il PIL è caduto ai valori del 1914. In un tale contesto, Franco ha in quel momento delle buone ragioni per rifiutare l’invito fatto dai suoi due alleati di ieri, la Germania e l’Italia, di entrare in guerra a fianco delle forze dell’Asse. Questa decisione lo salverà diversi anni più tardi, come anche il suo regime. Egli rifiuta persino, nell’ottobre 1940, il libero passaggio delle truppe tedesche. Ma in Spagna non solo la guerra civile é stata terribile, ma anche il dopo guerra è stato un periodo critico per il paese. A conflitto appena concluso, Franco manifesta una determinazione di braccare tutti gli avversari della rivoluzione nazionale, appena insediata. Egli promulga, nel febbraio 1939, la legge delle responsabilità politiche che consente di perseguire tutti gli aderenti alle formazioni e sindacati che avevano sostenuto il Fronte Popolare alle elezioni del 16 febbraio 1936, come anche i membri dei partiti separatisti, con retroattività, per quest’ultimi, dal 1934. L’arsenale repressivo viene completato dalla legge del 1° marzo 1940 diretta contro i massoni ed il comunismo, obiettivi sufficientemente vaghi per autorizzare delle procedure arbitrarie contro chicchessia. La repressione sarà terribile. Il regime si appoggerà su una polizia temibile, su una giustizia agli ordini e su una politica di stretto controllo dei personaggi dell'opposizione.

Inizio del conflitto

Le elezioni del 16 febbraio 1936 danno la vittoria al Fronte Popolare. La Falange di José Antonio Primo de Rivera y Saenz de Heredia (1903-1936, fucilato dai repubblicani), associata ai carlisti del generale Emilio Mola Vidal (1887-1937, incidente aereo) ed ai monarchici, si raggruppano sotto la direzione del generale José Sanjurjo y Sacanell (1872-1936) e di José Calvo Sotelo (1893-1936 assassinio). Il deputato monarchico, giurista ed economista, critico aspro, preparato e puntiglioso del governo repubblicano, viene assassinato da parte di ufficiali di polizia, al termine di una serie di provocazioni gravi dell’estrema sinistra. La situazione provoca il 17 luglio 1936 la sollevazione della guarnigione di Melilla nel Marocco. Il generalissimo Franco, il cui impegno ideologico é ancora vago, prende la direzione del movimento dopo la morte del generale Sanjurjo in un incidente aereo. Siviglia (diretta dal generale Queipo de Llano y Sierra 1875-1951) le isole Baleari (con il generale Goded Llopis 1882-1936, giustiziato dal governo repubblicano a Barcellona), le isole Canarie ed il Marocco (con Franco), la Navarra (con il generale Mola) si sollevano a loro volta, così come Burgos e Saragozza. Alla fine del 1936, le truppe nazionaliste controllano più della metà dell’Andalusia, le città di Toledo, Segovia, Valladolid, Avila, Burgos, Vitoria, San Sebastiano, le regioni del Leon, della Galizia, una parte delle Asturie, come anche le isole Canarie ed una parte delle Baleari (in effetti Minorca resta in mano dei repubblicani). I repubblicani conservano alcune piazze forti, spesso marittime, come la Catalogna, Valenza, Murcia, Nuova Castiglia, Almeria, Gijon e Bilbao. Da un punto di vista geografico la scontro é praticamente paritario. Il governo repubblicano costituisce un gabinetto di coalizione diretto da José Giral y Pereira (1869-1972), al quale succede il 4 settembre 1936 Francisco Largo Caballero (1869-1946). Il vecchio ministro del Lavoro del primo governo della 2^ Repubblica, viene designato come capo del governo e ministro della guerra. Installatosi a Valencia, la sua preoccupazione principale è quella di mantenere la disciplina nell’ambito dell’esercito e l’autorità del governo nella zona repubblicana. Il 29 settembre 1936, la Junta de Defensa Nacional nomina Francisco Franco y Bahamonde capo del governo e comandante delle forze armate nazionaliste. Da parte sua il governo repubblicano crea un esercito popolare e militarizza la milizia, come anche le popolazioni in età di combattere. Un aiuto straniero si propone per entrambe le parti: truppe volontarie italiane e tedesche per i nazionalisti e le Brigate internazionali per i repubblicani, come anche unità militari venute da oltre Atlantico come i Mackenzie Papineau della 15^ Brigata internazionale.

Anno 1937 : Anno Terribilis

L’anno inizia favorevolmente per i nazionalisti. Con l’aiuto degli Italiani, essi riescono a conquistare Malaga l’8 febbraio e si lanciano, sempre con l’aiuto italiano su Madrid. Dal 5 al 26 febbraio avviene la famosa battaglia dello Jarama. L’offensiva nazionalista non ottiene successo. Il mese di marzo è di grande violenza: la battaglia di Guadalajara; offensiva non coronata da successo da parte degli Italiani su Madrid; inizio della campagna nei Paesi Baschi ed il 31 dello stesso mese il bombardamento di Durango nella provincia tenuta dai repubblicani. Il 123 aprile le forze repubblicane attaccano senza successo Huesca e Saragozza. Il 19 aprile viene pubblicato un decreto di unificazione della Falange delle Giunte operaie nazionali sindacaliste, con la Comunione tradizionalista carlista, allo scopo di formare la Falange spagnola tradizionalista dei JONS, che diviene il partito unico nella zona nazionalista. Il 26 aprile le squadriglie della Legione condor bombardano Guernica. La città capitale spirituale dei Paesi Baschi vi si riunivano le assemblee legislative di Biscaye ed i re di Spagna vi prestavano giuramento) viene bombardata alle 16.30. I 33 aerei (Junker 52 e Heinkel 111) del barone prussiano Wolfram von Richthofen (1895-1945), con l’accordo del colonnello spagnolo Juan Vigon Suerodiaz (1880-1955), lanciano 2500 bombe incendiarie sul centro della città in un giorno di mercato, provocando incendi nel 90% della città ed un bilancio, peraltro ancora non concorde, di 1654 morti oltre d 800 feriti. Il bombardamento, inutile militarmente, viene sfruttato propagandisticamente dai repubblicani nel tentativo di allargare internazionalmente il conflitto. Ma la loro azione non avrà successo, in quanto Francia ed Inghilterra rimarranno a guardare. Il 19 maggio le forze repubblicane conquistano, dopo un pesantissimo combattimento, il santuario di Santa Maria de Cabeza (nei pressi di Jaen). Da 3 al 7 marzo, a Barcellona, gli anarchici ed i trozkisti dei POUM (Partido Obrero di Unificacion Marxista, organizzazione della sinistra antistalinista) vengono dimessi. Gli stalinisti responsabili delle sommosse nella città, dichiarano il Poum “hitlero trozkista” e lo bandiscono. Le unità combattenti del POUM vengono disciolte ed i loro dirigenti giustiziati o imprigionati. Andrea Nin (1892-1937), vecchio segretario del Pofintern, capo incontestato del Poum, scompare misteriosamente. Sarebbe stato ex filtrato a Madrid e torturato dalla Ceka per ordine di Alexander Mihailovic Orlov (1895-1973) dell'NKVD e quindi assassinato. Il 17 maggio, il governo Juan Negrin (1892-1956, medico militare spagnolo, socialista, deputato nel 1931, rifugiato in Francia nel 1939, che dirigerà fino al 1945 il governo repubblicano in esilio), subentra a Largo Caballero. Il 3 giugno il generale Mola muore accidentalmente. Il 19 giugno i nazionalisti conquistano Bilbao, nonostante la “cintura di ferro” messa a punto dai repubblicani. I Nazionalisti che ormai stanno accerchiando la capitale, vogliono eliminare le sacche di resistenza repubblicane nei Paesi baschi e nelle Asturie. Il 26 agosto cade Santander ed il 17 ottobre tutte le Asturie vengono poste sotto controllo. La costa atlantica è ormai nelle mani nazionaliste. Durante questo periodo, avvengono violenti combattimenti ad ovest di Madrid e, dal 24 agosto al 6 settembre, nel sud dell’Aragona.Il 31 ottobre il governo repubblicano si trasferisce a Barcellona. Alla fine del 1937 le forze repubblicane ingaggiano la battaglia di Teruel. L’inverno 1937 é molto rude ed i combattimenti continuano ad essere aspri. I repubblicani riescono a conquistare Teruel l’8 gennaio 1938 ed il 22 gennaio continuano l’offensiva sino alla costa.

La Mattanza Finale

I due ultimi anni del conflitto sono un vero massacro. Nel 1938 i nazionalisti proseguono i loro sforzi in Aragona. Essi riprendono Teruel con grandi perdite umane e con la conquista di Castellon nel luglio 1938 riescono a dividere la zona repubblicana in due parti, con da un lato la Catalogna e dall’altro i territori sotto il controllo di Madrid. La battaglia dell’Ebro fra il luglio ed il novembre 1938 si conclude, dopo 114 giorni di combattimento, con una secca sconfitta repubblicana e soprattutto con 100 mila vittime. Gli ultimi mesi del conflitto sono per i repubblicani una lunga e dolorosa ritirata verso Barcellona e verso Madrid fino alla sconfitta finale.Nel 1939 la resistenza del governo repubblicano è scoraggiata ed abbattuta. Molti repubblicani iniziano a fuggire, soprattutto in Francia. La Catalogna, regione repubblicana per eccellenza, cade il 10 febbraio 1939, mentre Madrid continua a resistere. La Junta de Defensa repubblicana (diretta da Segismundo Casado Lopez, 1893-1968 e Julian Besteiro Fernandez, 1870-1940) avanza delle proposte di pace senza successo. I nazionalisti entrano nella capitale il 28 marzo 1939 ed il 1° aprile Franco dichiara la fine della guerra.

Una Diffusione Mediatica inusitata

La Guerra di Spagna è stata il primo conflitto di grande rilievo a beneficiare di una diffusione mediatica di enorme intensità, con reporter, scrittori, fotografi, pittori. A fianco dei repubblicani troviamo Ernest Hemingway (1899-1961, Per chi suona la campana), André Malraux (1901-1976, La speranza), George Orwell (1903-1950, Omaggio alla Catalogna), George Bernanos (1888-1948, I grandi cimiteri sotto la luna). I fotografi Robert Capa (1913-1954, Hans Namuth, (1915-1990) inondano giornali come il Times, News Week, Le Soir di immagini di orrore ed un mese dopo il bombardamento di Guernica, Pablo Picasso (1881-1973) presenta all’Esposizione Universale di Parigi la celebre tela. Anche se abilmente sfruttata dalla sinistra internazionale e dalla propaganda repubblicana, l’opera del pittore, capolavoro dell’arte moderna, rappresenta un grido d’amore per l’uomo, l’appello di un poeta contro la barbarie. Dal lato nazionalista, Robert Brasillach (1909-1945 giustiziato) fa della guerra di Spagna la sua guerra e nel 1936 scrive un famoso libro sull’eroica resistenza dei cadetti dell’Alcazar di Toledo e nel 1937 pubblica, insieme a Leon Daudet (1867-1942), Paul Claudel (1868-1955) ed altri, sulla rivista Occidente, “Il manifesto agli scrittori spagnoli”. La guerra di Spagna é stata spesso considerata come un semplice laboratorio di sperimentazione fra le due guerra mondiali, dove si sono frammischiati scontri militari, utopie rivoluzionarie, l’autoritarismo ed il nazionalismo cattolico. Ma solo questo ?... La guerra di Spagna é stata soprattutto una guerra fra fazioni politiche, come la nazione ne aveva già conosciute nel passato, spirito che deriva dal caudillaje (forze sostenute dal popolo impegnate in azioni di guerriglia), che era stata la base dei metodi di guerra contro Napoleone Bonaparte (1869-1821). Ma questo scontro avviene in una Europa in crisi, un Europa nella quale le democrazie parlamentari, in crisi, sono ovunque inquietate dalla crescita dei totalitarismi (comunismo, fascismo e nazismo). Questa guerra detta civile, diventerà molto rapidamente internazionale con l’intervento di potenze esterne (Germania nazista, Italia fascista ed URRS comunista). Essa, come un prologo, annuncia in qualche modo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale: armamenti, bombardamenti a tappeto, organizzazione della resistenza, terrorismo, repressione con il corollario dei campi di concentramento e di sterminio. Una guerra che se da un lato segna per un trentennio la storia della Spagna, dall’altro marca per un periodo maggiore, negli spiriti e nelle divisioni ideologiche, anche quella dell’Europa. Il celebre motto “No pasaran !” è stato un grido, un invito, un'ultima esortazione ad andare fino in fondo, mentre, invece, gli altri “passavano o erano già passati!

BIBLIOGRAFIA

1)La Guerra Civile Spagnola, Anthony Beevor, Rizzoli, 2016

2)Anarchia e Potere nella G. Civile Spagnola 1936-1939, Claudio Venza, Elèuthera, 2016

3)NO PASARÀN Una Storia di Max Fridman, Vittorio Giardino, Rizzoli, 2011

4)I Solchi del Destino, Paco Roca, Tunné, 2013 (Fumetto)


Massimo Iacopi

 

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