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EFFETTI DELLE SANZIONI ECONOMICHE SULL’ OCCIDENTE

      

   

Foreign Affairs

 Registrazione Tribunale di Rieti n. 5 del 07/11/2002

 

 

Articolo di:

Massimo Iacopi


Le sanzioni inflitte alla Russia si sono rivelate un boomerang per l’economia europea

 

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EFFETTI DELLE SANZIONI ECONOMICHE SULL’ OCCIDENTE

Le sanzioni inflitte alla Russia si sono rivelate un boomerang per l’economia europea

(Assisi PG, 04/06/2024)

IL BOOMERANG DELLE SANZIONI EUROPEE ALLA RUSSIA

Dall'ossimoro inventato dalla Carta dell'ONU, dove per mantenere la pace si preconizzano nuove guerre, nasce anche l'applicazione di sanzioni economiche allo stesso scopo. Così, nel momento dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Assemblea delle Nazioni Unite ha disposto una ampia serie di sanzioni contro la Russia, sui cui effetti molti nutrivano seri dubbi. Di fatto, se tali provvedimenti hanno sortito qualche effetto sull'economia russa, inferiori del 50% rispetto alle previsioni, per contro le economie occidentali sanzionanti ne hanno pagato gli effetti maggiori e soprattutto hanno contribuito a rendere più fragile l'ordine mondiale. In risposta immediata all'invasione dell'Ucraina, gli USA, l'Unione Europea ed il Regno Unito hanno adottato, a partire dal febbraio 2022, diversi pacchetti di sanzioni che coprono tutto il ventaglio delle sanzioni economiche internazionali. Si è trattato di provvedimenti mirati come il congelamento dei beni,  i divieti imposti a determinate persone fisiche o enti morali, chiaramente identificati, che ricadessero o meno nella giurisdizione degli Stati “condannanti”, associati a misure collettive riguardanti i flussi commerciali e finanziari quali divieto di esportazione e di importazione di determinati beni, restrizioni bancarie, applicati anche alle reti di comunicazioni, come ad esempio la sospensione delle catene di distribuzione televisive e radiofoniche. Dopo più due anni, un primo bilancio, necessariamente provvisorio, può essere elaborato nei riguardi dell'efficacia delle sanzioni adottate alla luce degli obiettivi indicati. Quali erano questi obiettivi e quali sono ancora oggi?... Indebolire economicamente la Russia per dissuaderla, in un quadro geopolitico,  dal proseguire nella sua strategia espansionista. Da questo punto di vista ed al rischio di commettere un ossimoro, le sanzioni economiche appaiono come mezzi pacifici, alternativi ma prioritari, nel fare la guerra: una guerra senza morti apparenti, in nome di un imperativo morale. Questo é d'altronde, in filigrana, il senso delle sanzioni, che decorrono dalla lettura degli articoli 41 e 42 della Carta delle Nazioni Unite (1) quando il ricorso alla forza armata costituisca un provvedimento a titolo sussidiario. L'economia russa é stata dunque significativamente indebolita dalle sanzioni occidentali ? Se si comparano le previsioni di crescita stimate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) pubblicate nel momento dello scoppio delle ostilità, prima quindi dell'applicazione piena ed intera delle sanzioni e con risultati realmente registrati, la contrazione dell'economia russa é stata più pronunciata del previsto. Se l'effetto cumulato delle sanzioni sul 2022 e 2023 é stato significativo (circa 5 punti di PIL) esso é risultato tuttavia due volte inferiore a quanto atteso. Soprattutto, le economie degli USA ed europee sembrano, a loro volta, aver patito le stesse sanzioni inflitte alla Russia, seguendo una ampiezza sottovalutata dagli Stati, all'origine delle sanzioni stesse (sfavorevole alle economie dei paesi occidentali, lo scarto fra la previsione e l'effetto reale é stato di 1 a 5). Lo scetticismo circa l'opportunità e l'efficacia delle sanzioni economiche cresce maggiormente quando si prende in considerazione la loro incidenza sulla ricomposizione dell'ordine internazionale, sulle alleanze e sui rapporti di forza mondiali. Quando i paesi che sanzionano (cioè USA e loro alleati) diventano meno numerosi dei paesi che sono stati sanzionati (vale a dire la Cina, la Russia, l'Iran ed, alla fine, più del 60% degli Stati membri dell'ONU), i secondi trovano tanto più facilmente l'interesse a coalizzarsi per aggirare le sanzioni ed a costruire uno spazio economico alternativo al blocco occidentale. In tal modo, nel caso della Russia e dei suoi flussi commerciali con il resto del mondo, i paesi occidentali (nello specifico, oltre all'UE ed i paesi anglo sassoni, il Giappone, la Corea del Sud o ancora la Norvegia) sono stati facilmente sostituiti dalla Cina, dall'India, dal Brasile, dalla Turchia o dalla stessa Svizzera. In definitiva, sebbene motivate dalla volontà di coagulare e consolidare l'ordine mondiale intorno alle democrazie liberali, le sanzioni economiche internazionali hanno contribuito, almeno in parte, a renderlo più fragile e ad accelerarne la sua frammentazione.

NOTA

(1) La prima frase degli articoli 42 e 43 della Carta di San Francisco dispone rispettivamente: “Il Consiglio di Sicurezza può decidere quali misure che non implichino l'impiego della forza armata, debbano essere adottate per dare effetto alle sue decisioni e può invitare i membri delle Nazioni Unite ad applicare questi provvedimenti”; “Se il Consiglio di Sicurezza giudica che le misure previste dall'articolo 41 siano inadeguate o che si sono rivelate come tali, esso può intraprendere, per mezzo di forze aeree, navali e terrestri, qualsiasi azioni ritenuta necessaria al mantenimento o al ristabilimento della pace o della sicurezza internazionale”.


Massimo Iacopi

 

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